Nelle prime ore del 13 agosto 1961, il regime della Germania Est dà l’ordine di iniziare la costruzione del Muro di Berlino. L’obbiettivo dell’edificazione era quello di impedire la fuga verso la parte occidentale.
Nelle prime ore del 13 agosto 1961, la Germania Est inizia a costruire quello che sarà tristemente noto come il Muro di Berlino. Appena poche settimane prima, il capo della DDR Walter Ulbricht aveva dichiarato che non c’era alcuna possibilità e intenzione di edificare un muro di sbarramento. Molti cittadini di Berlino erano infatti fuggiti a Berlino Ovest, una vera e propria enclave nella Germania Est. La situazione nella parte tedesca sotto il regime comunista era grave dopo i tempi del blocco di Berlino del 1948.
Prigione di filo spinato
Il 13 agosto i cittadini di Berlino si svegliarono divisi da un filo spinato. Già dal 15, poi, comparvero gli elementi prefabbricati di cemento e pietra. In pochi mesi il Muro di Berlino era completo e tale da dividere completamente le zone orientale e occidentale. Fino al 1962, ben 2,5 milioni di lavoratori emigrarono verso Ovest. Oltre ai 155 chilometri di muro di separazione, venne realizzato un secondo muro interno tale da creare la cosiddetta “striscia della morte”.
Fuga disperata fino al crollo del Muro di Berlino
Fino al 1989 circa cinquemila berlinesi orientali riuscirono in ogni caso a oltrepassare la barriera. Circa duecento, invece, furono freddati dalle guardie. Nel 1989 la situazione iniziò a cambiare oltre la cortina di ferro: in agosto l’Ungheria rimosse le restrizioni sul confine con l’Austria. Così, migliaia di tedeschi dell’Est fuggirono in Ungheria. Le pressioni su Berlino Est si facevano sempre più crescenti. Il 9 novembre 1989, in un clima di grande tensione e confusione, il ministro Schakowski dichiarò: “Per accontentare i nostri alleati, è stata presa la decisione di aprire i posti di blocco… Se sono stato informato correttamente quest’ordine diventa efficace immediatamente“. E fu l’inizio della fine per il Muro di Berlino…
